Presentazione
Condividiamo i nostri percorsi e i nostri progetti di vita!
Evitiamo di vivere da eremiti in celle virtuali!
Come le case, anche i siti hanno bisogno, di tanto in tanto, di manutenzione straordinaria. E così, anche il mio vecchio sito è stato sottoposto a lavori di “ripulitura” e “tinteggiatura”, nella segreta speranza di renderlo più accattivante, senza stravolgimenti sostanziali…
Ed eccolo, riveduto e corretto (non più www.carloripolo.com ma www.carloripolo.it), lo presento a tutti voi… e, per sottolineare il rapporto di continuità tra l’attuale e il precedente, trascrivo integralmente il brano di presentazione (“Eccomi”) del vecchio sito, valido anche per il nuovo, perchè identiche le motivazioni e le finalità:
<Tra i nuovi strumenti della memoria e della comunicazione telematica, il sito (o il blog) è senz’altro il più diretto per stabilire contatti, possibilità di scambiare esperienze, illusione di uscire dall’anonimato. Il mio sito risponde a tutte queste finalità, che indico con i versi di Perché sono qui: “Il sito è rivolto ai fratelli, / agli amici, / ai parenti, / ai nipoti che / non vedrò mai, / ai curiosi, / ai critici, / ai criticoni, / a chi non ha completato il suo progetto di vita, / a chi non ha trovato soluzioni ai problemi / e neppure una piccola verità, / a chi ha voglia di confrontarsi / e a tutti quelli che navigando / approdano per caso a questo portale. / E’ il contenitore della produzione ‘letteraria’, / artistica ed hobbystica / del sottoscritto, / della sua famiglia / e di tutti gli amici / che avranno la cortesia di aggiungersi, / ipotizzando sedute conviviali, / conversazioni dotte o libere, / incontri di esperienze / di culture, di valori / e di personalità diverse. / E’ un cammino di crescita / con tappe e momenti di riflessione / espressi attraverso linguaggi e raccolte varie, / di carattere poetico, / tematiche filateliche / o lavori di ricerca. / Il titolo rinvia a luoghi geografici / al centro del Mediterraneo, / invidiabili per le suggestioni paesaggistiche, / dove l’incontro di civiltà diverse / ha prodotto una stratificazione culturale unica; / ai luoghi della memoria; / a luoghi simbolici / metafore della vita variegata e cangiante; / ai luoghi più isolati ed emarginati, / affatto sfruttati, / per storia / per mancanza di strutture / per precise volontà e scelte politiche, / e condannati all’emarginazione e al sottosviluppo, / senza speranza. / Ancora il titolo vuole evidenziare, / nella sinteticità del riferimento geografico,/ la perifericità che caratterizza, / nella regione Calabria, / ogni esperienza umana e professionale / e in particolar modo la costa ionica / tra Reggio e Sibari. / Pintammati è una fiumara / che divide ed unisce Ardore e Bovalino, / nel territorio della Locride greca / in provincia di Reggio Calabria, / e il Neto sonnacchioso chiude a Nord / la vecchia Calabria Ulteriore. / Il limite geografico racchiude anche una limitazione culturale, / riferita alle problematiche storiche insolute, / che agitano da tempo questa parte del Meridione. / Questa zona oggi è oggetto di attenzione / solo da parte di curdi, albanesi / e di tutti gli extracomunitari / che fuggono dalla loro miseria>
Aperto il vecchio sito, ecco arrivare le prime risposte alle mie domande e ai miei dubbi: “caro Carlo, mi sembra ieri che io, Nino e Carmelo decidevamo i turni per svegliarci, all’alba di una calda e calma estate bovalinese, per recarci insieme a te, sulla tua 128 verde, a giocare a tennis in quel’improbabile campo da tennis oltre la ferrovia.. E’ tutta la sera che leggo e rileggo le tue poesie e guardo le tue foto con quelle di giovanna e di tiziana.. E’ una forte e strana emozione quella che provo.. bella sicuramente.. ma facendo un rapido bilancio tra i ricordi e le date, mi accorgo di avere ancora in mente una giovanna che corrisponde all’età di mia figlia.. ed invece il tempo è passato inesorabilmente.. evidentemente non sono più il ragazzino impertinente e frivolo di una volta, adesso sono un padre di una meravigliosa figlia di 10 anni.. sono un medico che ha la presunzione di volersi prendere cura dei propri pazienti.. e sono un inguaribile filantropo, che ama la vita, la solidarietà ed è alla perenne ricerca del senso della vita.. Mi piacerebbe poterti raccontare tutto quello che ho vissuto in tutto questo tempo.. e vista la distanza che ci separa, chissà che questo mezzo mediale non ci aiuti ad essere più vicini.. Ho voglia di conoscere meglio la persona che sta dietro alle poesie che hai scritto.. ti ho sempre ritenuto una persona colta e molto sensibile, ma non ho avuto modo di conoscerti bene e come mi piacerebbe, adesso che sono adulto e un po’ più maturo di allora, cercherò di non perderti di vista.. Un abbraccio sincero a te e famiglia.. D.C.”
Forse il senso del sito sta nel bisogno di comunicare / nel bisogno di capire / nel bisogno di iniziare un cammino / convinti di non essere soli / nel bisogno di un mutuo scambio / di opinioni riflessioni e sentimenti / per carpire briciole di verità ed emozioni / per dare dignità alla nostra condizione / per cercare di capire le contraddizioni dell’uomo / la sua grandezza / i suoi limiti / le sue miserie / per un dialogo diretto / aperto a tutti / e a tutti gli interventi…
Considerato, infine, che il nuovo sito è stato attivato a ridosso delle feste natalizie e di fine anno 2017, mi permetto di aggiungere nella Presentazione anche gli auguri, utilizzando la tradizionale “Letterina di Natale” inviata per l’occasione ad amici e parenti:
<Carissimi, amo il silenzio che sa ascoltare e capire / che parla al cuore allo spirito e alla ragione / amo il silenzio che riempie ogni vuoto / rimbomba in ogni coscienza / ed è fonte di verità / amo il silenzio libero e creativo / pausa importante di ogni discorso / e di tutti i pensieri / amo il silenzio di Dio / che stimola il dubbio / la ricerca la conoscenza / e il senso della vita / amo il silenzio dell’universo / quando riempie ogni vuoto / pausa di procelle e trasformazioni / impercettibile segno di immortalità.
Il Natale silenzioso è intimità, è raccoglimento, è condivisione, è strumento di luce e verità (“noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore anima habitat veritas” ammonisce Agostino di Tagaste); il Natale rumoroso è distraente, è divisione, è parolaio, è occasione di scontri e di rancori, è argine alla ricerca del bello, del vero e del giusto…
Il rientrare in se stessi ci aiuta a capire meglio le coordinate personali, familiari e sociali; ci rafforza nella convinzione di dover dare un nostro contributo a migliorare le nostre comunità e i nostri territori degradati, che non riescono a valorizzare le risorse, le potenzialità e i brand culturali e naturali presenti (felice posizione geografica, centralità mediterranea, patrimonio culturale e archeologico, Pitagora…); che quotidianamente mortificano la bellezza e la cultura; costretti ad essere governate e amministrate da una classe politica miope, inadeguata e insufficiente; non supportati dai pochi intellettuali in circolazione, isolati e incapaci di un progetto sinergico di cambiamento, nè dalla pletora di associazioni di ogni genere, spesso autoincensanti e “gelose” o custodi di prerogative e strumenti di “affermazioni” personali.
Territori che devono subire inoltre, -ciliegina sulla torta-, la presenza di uno stuolo variegato di detrattori e di “distruttori”, impegnati solo a denigrare chi tenta di “fare qualcosa”…
Sia il Natale, carissimi, occasione di riflessione individuale e collettiva per capire meglio da dove ripartire e il ruolo di ogni uomo responsabile; sia anche strumento di formazione di una coscienza critica, capace di indirizzare nella giusta direzione le trasformazioni e a valorizzare le radici identitarie. Combattere l’incapacità di fare sintesi dei bisogni e delle esigenze delle comunità, e di gettare lo sguardo oltre il “personale” o il contingente (fatto spesso solo di parole inutili; frivoli contenziosi, compensativi di frustrazioni e complessi; orgogli affermati con arroganza, mai domi e umiliati; orgogli feriti, di difficile rimozione..). Ridurre l’impaccio a disegnare un progetto di crescita e formazione, rimuovere l’inabilità ad immaginare un mondo diverso ma possibile, volando alto e impegnandosi per il bene di tutti, non solo per quello di parenti, amici, di gruppi e lobbies…
E’ difficile ma non impossibile, serve “solo” ispirarsi ai “buoni e profetici predicatori, di cui è costellata la storia di ieri e di oggi…
Duemilacinquecento anni fa, un grande Maestro ripeteva spesso, come l’oracolo di un dio, che “occorre bandire e estirpare con ogni mezzo, col ferro e col fuoco e ogni altro espediente, la malattia dal corpo, l’ignoranza dall’anima, la smoderatezza dal ventre, la sedizione dalla città, la discordia dalla casa e insieme la dismisura da tutte le cose…” Duemila anni fa un profeta illuminato invitava tutti a superare i limiti dell’egoismo e ad aprirsi agli altri con amore e solidarietà: “Guardate che nessuno renda ad alcuno male per male, anzi cercate sempre il bene gli uni degli altri e quello di tutti…”
Quarant’anni fa un uomo severo e timido, ma compreso della necessità del cambiamento, in un contesto difficile, lanciò un messaggio “rivoluzionario”: “Noi ci battiamo per una società che sia il momento più alto dello sviluppo di tutte le conquiste democratiche e che garantiscono il rispetto di tutte le libertà individuali e collettive, delle libertà religiose e della libertà della cultura, dell’arte e delle scienze”.
Carissimi, solo su questa strada, -credo convinto-, la classe degli uomini di buona volontà debba collocarsi, se vuole effettivamente svolgere un ruolo primario nella vita sociale… Altrove hanno il potere “politico”, altrove è presente il potere “dei numeri”, altrove è sfruttato il potere “delle condizioni favorevoli”,; i cittadini responsabili dovranno indirizzarsi verso il potere “della cultura”, valorizzando in concreto i brand presenti, come già detto, a iosa nel territorio… A loro può essere concesso solo questo tipo di potere, e questa può essere la loro fortuna…
In una realtà che poggia sui pilastri del trivio: superficialità, acriticità e approssimazione e del quadrivio: clientelismo, corruzione, abusivismo e malaffare; in una realtà dove è diffuso l’uso di codici linguistici, basati sulla logica dell’interesse e della convenienza personale e ispirati all’etica del trasformismo e del clientelismo carrieristico (sconosciute sia la logica aristotelica e della ragione che quella del buon senso e della diplomazia, inapplicabili inoltre i modelli pitagorico-cristiani, legati all’etica della responsabilità e della libertà); in una realtà dove diventa “eccezione scandalosa”, completare un’opera pubblica secondo i capitolati d’appalto, cioè senza irragionevoli aumenti di spesa, varianti continue e nei tempi stabiliti, destinarla effettivamente all’uso per cui è stata progettata, e non mutilarla o farla degradare per carenza di manutenzione ordinaria; in una realtà dove qualsiasi sussulto di dignità culturale viene tacciato di strumentalizzazione politica o d’altro genere; in una realtà dove è difficile il dialogo, il confronto, la solidarietà e la condivisione; in una realtà dove chi tenta di costruire e fare qualcosa di buono è ostacolato o in genere visto con sospetto; in una realtà in cui le singole scuole non riescono a dialogare tra di loro né a fare rete e i rispettivi dirigenti non si sforzano, tesi a operare in concorrenza spesso sleale, di ricercare punti di sintesi e convergenze; in una realtà in cui l’entusiasmo dei pochi viene mortificato dalla protervia e villania dei molti (“ma cchi cercano finocchi i timpa?” è l’unico complimento che riescono a fare); ebbene, in una realtà simile gli uomini di buona volontà devono senz’altro osare di più, devono uscire dall’isolamento e dall’emarginazione in cui si sono cacciati, devono recuperare quella centralità nella società, che anche la logica e il buon senso assegnano loro…
Carissimi, quando morì, il primo luglio del millenovecentoquarantasei, Arturo Reghini lasciò in eredità a 13 nati di quel mese ciò che lui aveva ricevuto alla sua nascita: una piccola fiammella per far luce e per dare calore al pensiero pitagorico… Con la raccomandazione di alimentarla di continuo e, possibilmente, arricchirla e valorizzarla… e l’avvertenza che non sarebbe stato facile perchè i venti dell’ignoranza e della cattiveria sono sempre in agguato e soffiano distruttivi: infatti ancora la grande biblioteca di Alessandria brucia, Cristo è perennemente in croce e il rogo di Giordano Bruno è costantemente attivo… Il livello di civiltà di un popolo -diceva convinto- si misura dal rispetto che si ha del bello, del vero e del giusto; dalla cura che si ha delle biblioteche, dei musei e di tutto ciò che conserva l’opera dell’uomo; dal valore che si dà alle cose e alla natura…
1) Salutate con gioia -invitava gli eredi- il primo giorno dell’anno, ma anche il secondo, il terzo e così via, esattamente come i primi Pitagorici salutavano il sole ogni mattina, dopo l’incubo e lo sgomento della notte…
2) Sforzatevi di trasformare in comportamenti tutto ciò che di bello riuscite a dire e a pensare senza il filtro dell’ipocrisia, dell’opportunismo e della malafede…
3) E’ nel vostro diritto contribuire ad allontanare i responsabili pigri e poco attenti nel valorizzare il patrimonio librario, artistico e archeologico, fonte e radice di ogni civiltà…
4) Aiutate a spegnere i fuochi, non siate seminatori di zizzania, difendete i giusti e i liberi pensatori, continuamente condannati a morte dal pavido potere…
5) Rispettate i valori, i principi e le regole condivisibili… ma ancor più l’altro, l’anziano e l’autorità democraticamente costituita…
6) Non percorrete strade mal progettate, che portano solo a lande desolatamente aride…
7) Non fatevi tentare dall’egoismo colpevole, dal potere ingiusto e dalla gloria fittizia…
8) Favorite, nella scelta dei vostri governanti, i capaci e i meritevoli; non delegate mai all’amministrazione del bene collettivo gli avidi, gli ambiziosi e i piccoli ras dalla smisurata ingordigia…
9) Sforzatevi di crescere in buon senso, equilibrio e pratica saggezza, allontanate pregiudizi e cattiveria, e l’uso contrapposto del linguaggio pubblico e privato…
10) Testimoniate l’orgoglio delle vostre radici, e con passione e convinzione il senso morale dello Stato e del dovere…
11) Operate sempre con la convinzione e la coscienza di offrire un servizio agli altri e alla vostra dignità…
12) Lavorate con serietà sulle cose che uniscono, sorvolate su quelle che dividono, operate sempre equilibrate sintesi, nel rispetto delle diverse posizioni…
13) Ricercate, di continuo, da uomini liberi e di buoni costumi, nuovi spazi di democrazia diretta e occasioni di partecipazione alla vita sociale; combattete i centri di potere, le clientele, la corruzione, i ricatti, i boicottaggi e le attività eticamente e palesemente discutibili…
Io sono nato il 28 luglio 1946…
Auguri! Carlo Ripolo>