71) Arte e ricordi – 12/03/2023
Deserts: a margine di due mostre, riflessioni
Schifani – Sembrava un’ ordinaria,
visita come tante nella vita
di chi è ancora curioso
e attratto dal bello e dalla cultura.
Dopo aver tentato di prepararla
e curarla con l’aiuto di amici
esperti nel settore della pittura
e dell’arte in genere,
d’istinto ho deciso la sortita
un pomeriggio di fine dicembre,
sottraendo mia moglie
alla frenesia consumistica
del periodo natalizio e
avendo la gradita presenza
del figlio “senese”…
Prima a Capocolonna,
nella bella struttura del Museo,
ancora vuota e deserta
– chissà per quanto, da noi
i tempi dei lavori pubblici
per arcani misteri
sono sempre lunghi –
all’interno del mai avviato
Nuovo Parco Archeologico,
per visitare una mostra dedicata
a Mario Schifani, l’ecclettico pittore
della sabbia e dei deserti,
nato in Libia e morto nel 1998
a Roma, impregnato dei colori
e della cultura mediterranea.
Romanò – Dieci monumentali tele
dedicate ai luoghi della sua memoria
e dell’infanzia, il deserto e la sabbia
trasfigurati in giardini lussureggianti
pieni di colori e in continua trasformazione.
L’altra mostra (del giovane artista crotonese)
nei suggestivi locali del Castello.
Altro tema, altra esperienza, altri percorsi,
all’interno di sottili comunanze culturali:
Progetto egagropoli, rinascita e movimento,
tutto avvolto e dedicato ai residui
della Posidonia, l’alga lavorata dall’azione
del mare e del vento e trasformata
in palline rotondeggianti dal colore bruno
e dalla consistenza feltrosa…
Mi hanno catapultato le due mostre
nei ricordi dell’infanzia, trascorsa
e vissuta in riva al mare ionio,
nella sabbia rossastra che fa sognare
il deserto, tra odori cangianti,
forme e colori diversi nelle diverse stagioni,
nutrimento delle nostre fantasie
e di progetti alati. Materia e luogo di giochi,
la sabbia ci avvolgeva, ci accarezzava
scivolava lanosa tra le dita.
Dopo le mareggiate la spiaggia
si copriva di alghe che marcivano
asciugandosi al sole, trasformandosi
in tappeti e materassi, pregnanti
di odore marino e di diffusa salsedine.
una poesia al giorno