Poesia

78) Da Pintammati alla foce del Neto – 19/03/2023

 

La fascia di terra

che costeggia il mare ionico

snocciola sull’assolata statale 106

paesi e villaggi

dalle identità stravolte

come grani di un rosario infinito,

compresi quelli che da Pintammati

in centosessantachilometri

si affacciano nella Valle del Neto,

con le loro orgogliose miserie

gli antichi problemi

le dignitose bellezze

e il fiero isolamento.

 

Ore nove, da Bovalino al castello di Roccella,

Ardoresantilariolocrisidernogioiosa,

quarantaminuti tra semafori cadenti

atmosfere antiche e indisciplina.

Ore dieci, il faro di Monasterace,

superato Caulonia e Riace, confine

magnogreca dai bronzi famosi,

un’ora intera per cinquanta chilometri

prima di affrontare il tratto più tortuoso:

i ventotto chilometri da Guardavalle

a Soverato, a passo d’uomo sul corso

principale di Santa Caterina Badolato

Isca Sant’ Andrea e Marina di Davoli.

 

Gli occhi rassegnati dell’utente abituale,

per necessità o piacere, han visto

scarse trasformazioni sostanziali,

solo ininterrotti mutamenti di facciate

e colate continue di cemento.

Tutti diversi ma forse uguali,

da tempo subiscono siffatti paesi

solo i danni della loro posizione,

al centro del Mediterraneo,

evocatrice di invasioni

assalti guerre di religione

per finire agli sbarchi di chi cerca

fortuna tra ultimi e sfortunati.

 

Ore dieci e trenta, il sorriso dura poco.

Poi si continua per l’ampia strada,

ma ancora insufficiente, dei quattordici

chilometri da Montepaone e Copanello,

per infilarti nello stretto e maledetto budello

che da Squillace e la bella Roccelletta porta

al diabolico incrocio di Catanzaro Marina,

snodo cruciale dell’istmo tra i due mari.

Ore undici, torni un po’ a respirare

per gli ultimi sessanta e più chilometri,

che dagli allungati paesi del vitale commercio

sulla strada di Sellia Cropani e Botricello

portano all’aeroporto di Isola e all’agognata meta

 

sospirando, la città di Pitagora e di Milone.

 

Da Pintammati alla foce del Neto

luoghi invidiabili per le suggestioni

e i paesaggi, l’incontro di civiltà diverse

ha prodotto una stratificazione culturale

unica; luoghi della memoria simbolici,

metafore della vita varia e cangiante;

ma anche luoghi isolati ed emarginati,

affatto sfruttati, per indolenza,

per storia antica e moderna,

per mancanza di strutture,

per precise volontà e scelte politiche,

e condannati all’emarginazione

e al sottosviluppo, senza speranza.

 

Luogo invidiabile appare evidente

per la sua centralità nel Mediterraneo,

idea grande da coltivare, da condividere,

da sviluppare negli aspetti culturali

per la lunga storia dei rapporti

e dei condizionamenti mediterranei,

da valorizzare per la felice posizione

negli aspetti umani e strutturali.

E gli interessati? Chi di dovere?

Si comportano come se il nostro

fosse un popolo senza storia

e abitasse in mare aperto e vasto,

lontanissimo da coste e altre isole.

 

Il sintetico riferimento geografico

con rilievo evidenzia il carattere

periferico, nella regione Calabria,

di ogni esperienza umana

e professionale, e in particolare

la costa ionica tra Reggio e Sibari.

Pintammati è una fiumara

che divide ed unisce Ardore

e Bovalino, nel territorio

della Locride greca,

in provincia di Reggio Calabria;

il Neto sonnacchioso chiude a Nord

la vecchia Calabria Ulteriore.

 

Il vincolo geografico racchiude,

non solo, una limitazione culturale

che agita da tempo

questa parte del Meridione,

oggetto di attenzione oggi

unicamente da parte di curdi,

albanesie di tanti extracomunitari

che fuggono dalla loro miseria,

ma anche e per fortuna un intimo

legame di dolci ricordi storici, eventi,

nostalgie di trasfigurate esperienze

all’ombra di un gelso o di una colonna

e sullo sfondo il canale e la sacra tetracsis.

(1990)

 

 

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