121) Viaggio in Grecia – 01/05/2023
Partiamo con l’auspicio che ogni pellegrino
possa trovare nel viaggio ciò che cerca
e possa soddisfare ogni personale esigenza.
Partiamo con la speranza che ognuno
possa sentirsi a suo agio nello sforzo
di dare un contributo di comprensione
e di tolleranza per trasformare un gruppo
composito e le sue contraddittorie dinamiche
in piccola comunità in cammino.
Partiamo con la certezza
che ognuno troverà nell’altro e nel vicino
una risorsa e uno stimolo di crescita
mai un compagno da sopportare
con fastidio per la convivenza forzata.
Partiamo con l’invito a tutti
ad affrontare il viaggio con lo spirito giusto
di chi va a far visita ad amici e parenti
nel rispetto dei comuni avi partiti
dalla Grecia per fondare da noi tante città
che hanno dato “magno” lustro nel tempo.
Partiamo con l’augurio
di poter sperimentare lo spirito itacese
“del nati non fummo a viver come bruti
ma per seguire virtute e conoscenza”
attraverso un mare che divide
unendoli popoli e civiltà.
Partiamo con la speranza
di trovare elementi concreti di continuità
e legami con le nostre abitudini e tradizioni:
a Salonicco tenteremo di calarci nel fascino
e nella magia di una città-porta d’Europa
e incrocio di tre culture e religioni;
a Filippi ci sforzeremo di cogliere il senso
del battesimo di Lidia la prima cristiana
in terra d’Europa dopo il sogno profetico
che impose a Paolo di passare in Macedonia;
nel tempio di Apollo a Delfi cercheremo
di interpellare l’oracolo alla ricerca
di una piccola nascosta verità
come i nostri padri ecisti che partivano
per fondare colonie; nell’agorà di Atene
cercheremo di cogliere le voci e gli echi
delle profonde dispute tra Paolo e i filosofi
ma anche i sentimenti della grande
conversione di Dionigi, futuro vescovo
di Crotone; nei posti di mare cercheremo
di evocare le suggestioni di una partenza
significativa verso Reggio Calabria
nel quarto viaggio di Paolo per portarvi
la buona novella e a Roma il suo martirio.
Partiamo con la certezza di trovare
nel contatto con i greci e nelle loro abitudini
l’atmosfera delle nostre sagre paesane e religiose
e nel sirtaki la travolgente vivacità della tarantella
non dissimile di quanto provato già lo scorso anno
davanti ai giganti e ai balli folkloristici per la festa
di San Giacomo a Santiago di Compostela.
Torniamo con l’auspicio che ogni pellegrino
abbia trovato nel viaggio ciò che cercava
e abbia soddisfatto ogni personale
esigenza conoscitiva e di coscienza,
rammentando che ogni viaggio non è solo
un visitare o rivisitare posti luoghi beni
e opere d’arte per accrescere le proprie
conoscenze e ampliare gli orizzonti
culturali, ma anche e soprattutto
una rivisitazione della propria esperienza
interiore per aumentarne le capacità
introspettive e di analisi.
Torniamo con la certezza che ognuno
si è sentito a suo agio nello sforzo di dare
un contributo di comprensione
e di tolleranza per trasformare un gruppo
composito e le sue contraddittorie dinamiche
in piccola comunità in cammino, con obiettivi
comuni, salvo pochissimi casi di autoesclusione
per pregiudizi o limiti caratteriali.
Torniamo con la sicurezza che ognuno
ha trovato nell’altro e nel vicino una risorsa
e uno stimolo di crescita mai un compagno
da sopportare con fastidio per la convivenza forzata.
Torniamo con la speranza che tutti
abbiano affrontato il viaggio con lo spirito
giusto di chi va a far visita ad amici e parenti
nel rispetto dei comuni avi partiti dalla Grecia
per fondare da noi tante città
che hanno dato “magno” lustro nel tempo.
Torniamo con la certezza
che molti si sono sforzati con equilibrio
di sperimentare lo spirito dell’illustre itacese,
che ha sempre incarnato lo sforzo dell’uomo
di spostare i propri limiti conoscitivi tanto
da fargli arringare dal sommo poeta i timorosi
compagni di viaggio con accorata convinzione
‘… considerate la vostra semenza, nati non
fummo a viver come bruti ma per seguire
virtute e conoscenza’ attraverso un mare
che divide unendoli popoli e civiltà; ma
anche con adeguatezza lo spirito religioso
per capire il ruolo di San Paolo che,
dopo la drammatica conversione, mosse
soprattutto in Grecia i primi passi
del suo apostolato; e lo spirito di ricerca
interiore del chiomato di Samo, che
attraverso l’iscrizione sul frontone
della sua scuola a Crotone ci invita ancora
oggi a comportamenti positivi: ‘chi non sa
quel che deve sapere è bruto fra uomini,
chi sa quel che deve sapere è uomo
fra uomini, ma chi sa più di quel che
deve sapere è dio fra gli uomini’.
Torniamo dalla Grecia con la gioia
di aver trovato elementi concreti
di continuità e legami con le nostre
abitudini e tradizioni: a Salonicco
ci siamo calati nel fascino e nella magia
di una città-porta d’Europa e incrocio
di tre culture e religioni; a Filippi
ci siamo sforzati di cogliere il senso
del battesimo di Lidia la prima cristiana
in terra d’Europa dopo il sogno profetico
che impose a Paolo di passare in Macedonia;
nel tempio di Apollo a Delfi abbiamo cercato
di interpellare l’oracolo alla ricerca di una piccola
nascosta verità come i nostri padri ecisti
che partivano dall’Oriente per fondare colonie;
nell’agorà di Atene abbiamo cercato di cogliere
le voci e gli echi delle profonde dispute tra Paolo
e i filosofi ma anche i sentimenti della grande
conversione di Dionigi, futuro vescovo e patrono
di Crotone; nei posti di mare abbiamo cercato
di evocare le suggestioni di una partenza
significativa verso Reggio Calabria
nel quarto viaggio di Paolo per portarvi
la buona novella e a Roma il suo martirio.
Torniamo con la certezza di aver trovato
nel contatto con i greci e nelle loro abitudini
l’atmosfera delle nostre sagre paesane
e religiose e nel sirtaki la travolgente vivacità
della tarantella non dissimile di quanto
provato lo scorso anno davanti ai giganti
e ai balli folkloristici per la festa
di San Giacomo a Santiago di Compostela.”
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