Poesia

146) Platone in Calabria – 26/05/2023 CdA

una poesia la giorno

 

Schiavo sono nato, come i miei genitori,

i tanti parenti e la maggior parte dei paesani.

Con le catene strette alle caviglie per impedirmi

di fuggire; serrate alla testa per impedirmi

di pensare e qualsiasi voglia di riscatto; sigillate

al cuore per impedirmi di amare in libertà…

 

Ho trascorso la mia infanzia con altri ragazzi,

schiavi come me, e con i figli degli oppressori,

sempre pronti a convincermi sulla giustezza

e necessità che la società fosse divisa, quasi

per volontà divina, in padroni e schiavi, in ricchi

e poveri, da accettare senza discutere…

 

Non ricordo quanto sia durata per me e la mia

sensibilità tale situazione. Di certo so che l’amore

per la lettura mi ha fatto capire presto la “truffa”

nascosta dietro i soprusi e il mantenimento

di uno stato sociale ideato, progettato e realizzato

(con forza e violenza) dai “potenti” di turno…

 

Lungo è stato il percorso di conoscenza e di chiara

presa di coscienza, per limare le catene ed avviare

timide forme di riscatto…A piccoli passi quotidiani

mi sono allontanato dal fondo della caverna,

per raggiungere una stretta apertura filtrante

un filino di luce ed aria pulita, piacevole da respirare.

 

Curioso e voglioso di capire il “nuovo”, col timore

e paura del diverso e delle inevitabili conseguenze

per le trasgressioni, ho dato una sbirciatina

su un mondo, a me sconosciuto e misterioso,

ma che intuivo interessante per bellezza

e fonte infinita di piacere ed emozioni…

 

Solo un attimo d’imbarazzante esitazione,

e già senza alcuna precauzione mi ritrovai

catapultato in una realtà completamente

nuova e diversa, rispetto a quella prima vissuta

e subìta, immersa nella luce, nei profumi e nei colori.

Respiravo a pieni polmoni, un piacere immenso.

 

Non fu facile adattarmi, ma neppure impossibile.

Lentamente sentivo allentarsi la stretta delle catene:

nelle caviglie cominciava a scorrere il sangue, la mente

e il cuore venivano inondate da nuovi stimoli, nuove

emozioni e piacevoli sensazioni. Come svegliarsi

da un sonno profondo e scoprire una vita più ricca…

 

Non so quanto è durata l’ebbrezza di tale cambiamento

e la gioia per le nuove scoperte. So che presto mi ricordai

dei parenti e amici che avevo lasciato nella caverna.

Non ebbi indecisione; la voglia di condividere subito

le nuove esperienze mi catapultò nel fondo della grotta,

dove tanti vivevano in schiavitù fisica e psicologica…

 

Raccontai con gioia e sorrisi il mio vissuto all’esterno

della spelonca, che già sentivo come un triste ricordo

ed estranea alla mia nuova vita. Raccontai che fuori

c’era vita vera e possibilità di vivere diversamente,

progettare una vita secondo i propri desideri, fare

tante nuove cose in coscienza e libertà…

 

Proposi loro di seguirmi, ma quale fu la mia sorpresa.

Cominciarono a deridermi, e a darmi del matto:

Poverino, avrà di certo sbattuto la testa alla parete

ed ora ha perso il lume della ragione e farnetica”…

Cercai di far capire che non ero io il matto,

che dovevano fidarsi di me, seguirmi e poi decidere

 

loro se vivere ancora da schiavi o da uomini liberi…

 

Niente da fare… Simile a Cassandra (disperata

per non essere creduta davanti al gigantesco

e insidioso cavallo di legno sotto le mura di Troia

e ai compaesani ottusi e deridenti…), piansi

e mi disperai per loro (ma invano), mentre da solo

mi riavviavo verso il nuovo mondo…

 

Piango ancora oggi, anziano di 75 anni, per la situazione

cambiata di poco… solo pochissimi della mia generazione

hanno cominciato a limare le loro catene, mentre i più

continuano a vivere volontariamente in schiavitù

scambiandola” per libertà, in convinta e condizionata

passività “spacciata” per democrazia e partecipazione…

 

Ogni volta che torno nella caverna per salutare

chi ha paura di liberarsi dalle catene dell’ignoranza,

dei pregiudizi, delle abitudini e della sottomissione,

provo pietà immensa e piango impotente,

con l’amarezza di non poter con loro condividere

percorsi ed esperienze di crescita e di riscatto, o magari

 

semplici e piacevoli conversazioni in amicizia e armonia.

 

una poesia al giorno

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