244) Tra haiku e tanka – 01/09/2023
una poesia al giorno
Haiku mediterranei
è da onorare
l’intrigante civiltà
giapponese
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un’alba nuova
un palpitar di cuori
è la felicità
- ······
vera libertà
è rispetto di dignità
propria e d’altrui
- §§§§§§
ogni mattina
poldo lotta col mostro
la stessa strada
¨¨¨¨¨¨¨
gola tra dune
caldo tè nel deserto
sabbioso wadi
©©©©©©©
inutile esempio
senza amore e affetto
d’ogni maestro
ªªªªªªª
i piedi a terra
la mente e gli occhi
verso il cielo
illuminata
da fede ogni vita
indica tracce
da imitare e
a tutti da seguire
offre modelli
*******
grande progresso
nell’estrosa ricerca
mai in sofismi
s’accoda si
sul solco tracciato
poi ogni turba
- ······
solo da uomo
libero e di buoni
costumi certo
han senso chiaro
le battaglie e cure
quotidiane
i miei passi
tali orme han calcato
Itaca ecco
seppur lontana
e ancor indistinta
è più vicina
- ······
or non per tutti
è gioia e divertimento
il mare d’estate
sono i gabbiani
in attesa rioccupare
il bagnasciuga
- ······
il compleanno
altro grande tuffo è
in nuova vita
Per conoscermi
prima di parlare di me
parla con me, si.
- ······
Oh, chi non ha mai
la curiosità d’ampliare
i propri orizzonti
mentali, a fare
si ritroverà le cose
stesse tutta la vita.
- ······
Non sforziamoci
di conoscere le persone,
il tempo lo farà per noi
- ······
Poco dipende
dalla nostra volontà
e da noi, altro no.
- ······
S’infiltra ovunque
la luce; di antri e caverne
il buio ha bisogno.
- ······
Vestire maschera
non sempre ti nasconde
si completamente…
- ······
Tanka mediterranei
Noi siamo i pensieri
nostri, oggi ieri sempre,
elevati o misurati.
Importante però che siano
i pensieri dove vogliamo noi
- ······
Inutili sono
i viaggi, se curiosità
non ci cambia
e gli occhi guardano
allo stesso modo, si.
- ······
E’ l’imperfezione
che arma del pittore
il suo pennello,
e del poeta la penna.
I sogni sapore di vita,
senza è morire prima.
In questa raccolta mi piace cimentarmi con una forma poetica non precisamente nostra, ma che (adattata) risponde ampiamente alle mie esigenze di esprimere emozioni e sentimenti attraverso le vie ermetiche, criptiche e sintetiche del mistero. Riportano i critici letterari che gli haiku sono una delle più semplici e sincere forme di poesia giapponese; sono componimenti nati in Giappone nel diciassettesimo secolo, formati da tre versi costituiti in totale da 17 more secondo lo schema 5-7-5 (una mora nella metrica classica era l’unità di misura della durata delle sillabe). Da quando sono state fatte le prime traduzioni di haiku in occidente a questo genere poetico si sono affezionati alcuni dei più grandi scrittori del Novecento, da Rainer Maria Rikle a Paul Eluard. Anche in Italia, gli haiku ebbero influenza diretta o indiretta su alcuni poeti (ermetici e non), come Ungaretti, Quasimodo, D’annunzio (ampliando e deformando spirito e forma originari, per contesti sociali, culturali e letterari diversi)
In ogni haiku si realizza quello che si ritrova in ogni altra produzione artistica: l’elaborazione di una situazione o di uno stato d’animo (anche attraverso le immagini della natura), con la generazione di un mondo nuovo.
L’apparente semplicità dello haiku è frutto di un percorso interiore serio e profondo. Lo dicono tutti gli esperti, giapponesi e non, come sottolinea anche il saggista e filosofo Leonardo Vittorio Arena: “… non è facile comporre haiku. Benché possa suonare paradossale, la spontaneità dell’haiku si ottiene dopo un rigido training”.
In effetti lo haiku cerca di esprimere, verbalmente, il processo di raggiungimento dell’ illuminazione buddistica, la quale coincide con la presa di coscienza della futilità, vacuità e interdipendenza di tutti i fenomeni fisici e psichici.
Antenato dell’haiku(e di questo molto più versatile)è il tanka(o waka), letteralmente poesia breve, formato da 5 versi di 5 e 7 morae così disposti: 5, 7, 5, 7, 7.
Nasce nel V sec. d.C., e a partire soprattutto dal XVII sec. i primi tre versi iniziarono ad essere usati come una poesia a sé, dando così vita all’ haiku. I primi tre versi formano la strofa superiore, gli ultimi due la strofa inferiore): le due parti devono produrre un effetto contrastante.
Chiudo con il godimento di un breve esemplificativo panorama di haiku e di tanka di autori antichi e moderni, mischiati a caso (Yosa Buson, Kobayashi Issa, Mizuta Masahide, Nozawa Bonchō, Taneda Santoka, Masaoka Shiki, Takahama Kyoshi, Jack Kerouac, Jorge Luis Borges, Mario Chini, Gabriele D’Annunzio Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Andrea Zanzotto, Edoardo Sanguineti, Matsuo Basho… ed altri ancora):
Una grossa lucciola / in vibrante tremolio / s’allontana – penetrante.
Non piangete, insetti – / gli amanti, persino le stelle / devono separarsi.
Stanco: / entrando in una locanda / fiori di glicine.
Il pruno bianco / ritorna secco. / Notte di luna.
Tornando a vederli / i fiori di ciliegio, la sera, / son divenuti frutti.
In questo mondo / anche la vita della farfalla / è frenetica.
Ero soltanto. / Ero. / Cadeva la neve.
Non piangete, insetti – / gli amanti, persino le stelle / devono separarsi.
Il tetto s’è bruciato – / ora / posso vedere la luna
Insieme / sudano / buoi e uomini
Gli uomini cantano / quando lavorano / nei campi
Il sole declina: / la pioggia inumidisce / i campi di canapa
luna estiva: / sul tavolo una mela / marcisce
Gli uccelli cantano / nel buio. / – Alba piovosa.
La luna nuova. / Lei pure la guarda / da un’altra porta.
Coraggio – Non pianger; canta. / Se canti, ti si schiara / il cielo e il cuore.
Guarda la Luna / tra li alberi fioriti; / e par che inviti / ad amar sotto i miti / incanti ch’ella aduna.
Veggo da i lidi / selvagge gru passare / con lunghi gridi / in vol triangolare / su ‘l grande occhio lunare.
Il cielo pone in capo / ai minareti / ghirlande di lumini
Cammina cammina / ho ritrovato / il pozzo d’amore
Ognuno sta solo sul cuor della terra / trafitto da un raggio di sole / ed è subito sera
Fitta di bianche e di nere radici / di lievito odora e lombrichi / tagliata dall’acque la terra.
Gli occhi della Plebe – Si fermavano tutti … ad ammirare / “Che sia pazzo od ubbriaco?” – “Che ti importa / di ciò?” – Divertiti senza pensare
L’Haikai – In tre versetti / tutto un poema, e, forse, / tutta una vita
Confessione – Ho corso il mondo / per afferrar tre note / di poesia
Largo – Bastan tre grilli / per far grande una notte / di mezza estate
Coraggio – Non pianger; canta. / Se canti, ti si schiara / il cielo e il cuore
Ardui cammini del verde / sul filo di infinite inesistenze – / un ultimo raggio li perseguita
Where poppies played / the sickle passed a hundred years ago – / now shy smell of grass remains: / oblivion, yet living oblivion
Dove giocavano i papaveri / la falce passò un centinaio di anni fa – / ora timido resta l’odore dell’erba: / oblio, ma oblio vivente
Sessanta lune: / i petali di un haiku / nella tua bocca
You only live twice / Once when you’re born / And once when you look death in the face
Si vive solo due volte: / una volta quando si nasce / e una volta quando si guarda la morte in faccia.
La campana del tempio tace, / ma il suono continua / ad uscire dai fiori.
Sotto l’albero tutto si copre / di petali di ciliegio, / pure la zuppa e il pesce sottoaceto.
Your hair is winter fire / January embers / My heart burns there, too.
Brace d’Inverno / I capelli tuoi / Dove il mio cuore brucia
Le nubi di tanto in tanto / ci danno riposo / mentre guardiamo la luna.
Mondo di sofferenza: / eppure i ciliegi / sono in fiore.
Il tetto si è bruciato: / ora / posso vedere la luna.
Accatastata per il fuoco, / la fascina / comincia a germogliare.
Che luna: / il ladro / si ferma per cantare.
Ciliegi in fiore sul far della sera / anche quest’oggi / è diventato ieri.
Nobiltà di colui / che non deduce dai lampi / la vanità delle cose.
Prendiamo / il sentiero paludoso / per arrivare alle nuvole.