253) La grande festa del Borgo – 10/09/2023
una poesia al giorno
Un altro anno è passato e tu,
Vergine Madre, sei di nuovo passata
in religiosa devota e pia processione,
tra fumi d’incenso e panini grigliati,
per lo sforzo tenace di chi mantiene vivi,
innamorato del borgo, riti e tradizioni
in mezzo a vecchie e nuove brutture,
altane irrispettose e ristrutturazioni naif,
ovunque spazzatura e mini discariche,
una vecchia “500” tra la gente in festa,
la iattanza spocchiosa, in libertà,
di chi parcheggia abusivo e privo
di decoro fin sotto il palco, e in linea
la burbante classe politica, sempre pronta
a prendersi i meriti del nulla agire…
Piange Maria per il paese smendato
ferito e da sempre violentato, dove
chi vuole, dallo Zopardo alla Marina,
con arroganza e protervia sbarra
una strada o una piazza, chiude
un belvedere, occupa i beni di tutti…
e la solare connivenza fra istituzioni
e malaffare trova alimento, afflitta
e sventurata borgata, nella scarsa
responsabilità di cittadini incoscienti
e mai sempre eticamente impegnati.
Il mondo è pericoloso non solo
a causa di quelli che commettono
il male, ma anche a causa di coloro
che guardano e lasciano fare…
Un altro anno è passato e tu,
Vergine Madre, sei di nuovo passata
in religiosa devota e pia processione,
tra fumi d’incenso e fiumi di birra,
per l’impegno di una bella e sana gioventù
protesa a salvare il proprio paese,
anche se priva di mezzi e di potere,
con lo sguardo afflitto e pietoso
su antichi e moderni abusi, dal castello
sfregiato e sempre più privatizzato,
o sullo zopardo abbrutito e al restauro incompiuto,
servizi trasferiti senza un cenno di protesta
e la targa con felice tratto al grande
viaggiatore amico indirizzata, ma già
pericolante e pronta con altri ruderi a franare…
Non ride l’immacolata Maria nel paese
che ogni giorno la sua storia cancella,
passato un altro anno e tutto
ancora è come prima, storia
senza memoria cultura e salde radici…
mentre difficile diventa il ritorno
ai grandi valori, disegnati dall’uomo
e da un dio giusto, o ai comportamenti
adeguati alle parole e ai principi
predicati e soprattutto testimoniati…
impossibile in tali contesti veicolare
speranza e seri progetti:
il bene comune mai sovrasta
ormai gli interessi personali
e il tornaconto di pochi trafficoni…
Un altro anno è passato e tu,
Vergine Madre, sei di nuovo passata
in religiosa devota e pia processione,
tra fumi d’incenso e luminarie,
per il grande amore di chi crede,
soprattutto foranei e non nativi,
in un possibile riscatto, dinnanzi a datati
e novelli degradi, camerope e palmiti
in pieno foro non potati, e i vecchi resti
incolti e mai colti… un centro storico
mai valorizzato e mai ristrutturato,
nonostante il fiume di fondi disponibili,
ruderi ovunque (e fantasie edilizie degradate),
mai rimossi per creare nuovi
e ampi spazi necessari e funzionali…
Non più scintillante è il Borgo
sulla cretesa altura nell’ultimo raggio,
né il costume delle sue donne è il più bello…
La statua ha già da tempo concluso il suo giro,
rimane ancora l’eco dei dolci e teneri
gridati Maria, di ogni processione
antichi comandi rituali insieme ai decisi
gridati Patrinostru… ma la nostra
dura coscienza rimane addormentata,
rendendo più sottili le ragioni per giustificarci,
mentre gli ultimi fuochi, i più forti e rumorosi,
danno ormai l’ultimo saluto a Maria
e addio alla festa, rinviando già tutti,
con adeguati e laboriosi preparativi,
con gioia ai prossimi riti natalizi e pasquali…
In attesa da sempre del secondo miracolo!
8 settembre 2010