272) Uomo libero e di buoni costumi – 29/09/2023
una poesia al giorno
Per diventare uomo libero e di buoni costumi
mi è stato detto di percorrere per intero la via
della conoscenza, della tolleranza, del dialogo
e della condivisione; l’ho fatto con convinzione,
ma, con grande sorpresa, sono stato processato
per oltraggio al potere, con l’aggravante chiara
della sedizione e del disturbo al sistema palam.
Mi è stato detto ancora di praticare la solidarietà
in nome dell’uguaglianza; l’ho fatto, ma subito
sono stato additato come sovversivo e attentatore
dell’ordine costituito e di ogni legge naturale,
nonchè del libero sfogo delle ambizioni personali.
Per farsi uomo libero e di buoni costumi
mi è stato detto di coltivare, con passione e
tenacia, il bene il vero e il giusto, condizione
necessaria di una vita sensata e motivata;
l’ho fatto, ma ormai non più sorpreso, anzi,
sono stato condannato all’esilio in quanto
non funzionale agli attuali modelli sociali
ed economici, che privilegiano il sopruso,
la concorrenza sleale, la corruzione, il falso.
Mi è stato detto ancora di coltivare la pratica
del cuore intelligente, vero armonizzatore
di sentimenti, emozioni, spontaneità e ragione.
Ho cercato di farlo e di mettere il costruito,
con vero spirito di servizio, a disposizione
del territorio, della famiglia, della comunità,
ma niente, inesorabile è arrivata la condanna
per maldestri e inutili tentativi di trarre ordine
dal caos, di riportare il molteplice all’unità,
di amare i fratelli come fratelli, senza falsità.
Ho cercato di proporre coerenza e fedeltà ai valori
e all’etica contro l’arroganza, le derive del potere,
lo scardinamento delle regole democratiche;
naturalmente mi è stato rimproverato
che solo gli stupidi non cambiano mai.
Ho cercato di innalzare la coscienza
e immergerla nella luce divina; con ironia
e sarcasmo sono stato biasimato e deriso
quale patetico sognatore e inutile idealista.
I tempi che viviamo sono incerti e instabili:
e tutto ciò mi rende confuso e amareggiato.