Poesia

Vergognatevi!

 

Vergognatevi, ma seriamente vergognatevi,

non con l’usuale vostra ipocrisia perbenista,

voi che permettete, avendone il “potere usurpato”,

ogni abuso e illegalità finalizzati a personali tornaconti.

Voi che perseguitate per compensazione i poveri cristi

senza voce”, extracomunitari e locali, che tentano

di sbarcare il lunario per la loro semplice sopravvivenza.

Vergognatevi, ma non per finta, come d’abitudine…

Come vi fa dormire il ricordo di quanto successo

nella piazza principale, il giorno delle Palme:

un vero assalto dei tutori dell’ordine per multare

miti e poveri venditori di rami d’ulivo e palme intrecciate

in occasione della festa popolar-religiosa più sentita.

Mentre altrove nella stessa città tigri e pantere feroci

stazionano da tempo immemore con le loro merci

abusivamente su strade di traffico intenso, su posti

vietati e pericolosi, facendosi beffa di amministratori

con la complicità omertosa di chi si ferma a comprare…

Vergognatevi, per piacere, ogni mattina e seriamente

e non con la solita ipocrisia perbenista e di facciata,

dinnanzi alla vostra coscienza scheggiata,

voi che usate la democrazia per massacrare i deboli

e la giustizia per “difendere” solo chi delinque;

voi che tradite ogni giorno con comportamenti discutibili

il mandato affidatovi in delega da cittadini fiduciosi.

Vergognatevi, ma seriamente, non per finta,

non con l’usuale ipocrisia perbenista…

Vergognatevi, voi mariti e padri quando abbandonate

per egoismo e irresponsabilità mogli e figli al loro destino,

con l’aggravante di trasformarvi da evidenti carnefici

in vittime, per tacitare coscienza e familiari.

Vergognatevi, voi adulti che blandite i giovani a parole

ma nei fatti costruite una società, a loro ostile, nemica e ostica.

Vergognatevi, ma seriamente, non per finta,

voi che uccidete la memoria con dolo o alterate

ogni realtà in difesa di potere e interessi personali.

Vergognatevi! Vergognatevi! Vergognatevi!

E se avete un briciolo di dignità, lasciate perdere, dimettetevi;

non è cosa vostra rappresentare con dignità né la comunità

in cui vi sentite inseriti, né voi stessi e i vostri familiari.

Io intanto mi vergogno di voi e da educatore provo dolore

e amarezza per i vostri figli e la loro formazione mutilata.

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