180) Concorso a preside – 29/06/2023
una poesia al giorno
Si ritrovarono insieme tra i banchi
alle prove scritte di un concorso importante:
il giovane insegnante
e un suo anziano professore di liceo.
Era stato un modello da imitare,
per lui studente serio e sognatore,
un concreto Maestro di vita,
un punto di riferimento stabile
tale da alleviare i suoi travagli
e dare conforto alle crisi di crescita
e alla sua giovanile immaturità.
Si ritrovarono a Roma in un un grande
catino sportivo, diviso in settori
in base all’ordine alfabetico
dei candidati partecipanti.
Il giovane nei settori alti,
l’anziano professore nel parquet,
proprio sotto, a vista non lontano.
Si ritrovò così ad osservarlo dall’alto
con l’imbarazzo del discente chiamato
per caso a competere col suo Maestro
di studi e di vita. Possibile?
Non riusciva proprio a capacitarsi.
La cosa gli appariva strana, anzi
una grande smisurata presunzione:
partecipare ad un concorso
di siffatto prestigio insieme
al suo modello irraggiungibile…
Intanto, soddisfatti i preliminari,
viene dettata la traccia e immediata
si scatena la ricerca degli appunti
da copiare o dei testi da consultare,
con l’usuale complicità dei commissari…
Il giovane è frastornato
da tanta agitazione; per lui,
educato ai sani principi
della ricerca e del lavoro personale,
la scena appare incomprensibile
oltre che forzatamente innaturale.
Si guarda attorno incredulo…
non solo giovani professori
ma anche anziani
alla soglia della pensione,
tutti a scopiazzare senza ritegno.
I suoi occhi, per un conforto morale,
cercano il Maestro il suo modello intaccabile.
Lo vede… e… non è possibile…
Un incubo? O forse un brutto sogno?
Anche lui è alle prese con il rito
dello scopiazzamento…
Il palazzetto gli frana addosso.
E’ la fine di un’idea…
Due lacrimoni scendono
pietosamente a consolarlo
dell’accellerata maturazione.
E’ la fine di un sogno
è la fine di un mondo
è la fine di ogni valore,
per quel giovane la vita
poi sarà ormai un’altra cosa…