321) Carlo è sempre con noi – 17/11/2023
una poesia al giorno
Manda Carlo continui segnali ai genitori
per dir che è a loro vicino,
e forse anche a noi del Gruppo
per comunicarci che è presente
ed è contento di noi.
Leggete quanto segue e riflettete.
Nel mese di marzo del 1999,
Carlo piantò un bulbo di giglio,
detto comunemente di sant’Antonio
ovvero lilium candidum,
in un vaso di medie dimensioni,
in prospettiva preparazione e attesa
della sua Prima Comunione,
che avvenne il sei giugno
dello stesso anno
di pomeriggio alle ore diciotto,
nell’amata chiesetta di Biviera.
Da allora la pianta,
che è rimasta nello stesso vaso
e nello stesso posto,
continua a fiorire,
ma non una sola volta all’anno
come è caratteristica del giglio,
bensì due volte,
in primavera avanzata
e a novembre, dopo essere “morta”
in estate per il caldo
e in inverno per il freddo.
Le fioriture non sono casuali
fortuite e discontinue:
la prima coincide
con l’annuale anniversario
della prima comunione
e l’incontro di Carlo con Gesù
nell’ostia consacrata,
la seconda con l’anniversario
della sua dolorosa morte,
avvenuta il 14 novembre 1999,
e l’inizio della sua nuova vita in cielo.
E’ come se Carlo volesse dare
un ulteriore segno
della sua vicinanza,
soprattutto alla madre;
in effetti, dal giorno della morte,
continui e decifrabili
sono i segnali
della sua presenza,
nei luoghi a lui cari
come l’ultimo sottoindicato,
in ordine di tempo.
Giorno 13 ottobre 2005
ad un’insegnante di religione della Locride,
ex collega della madre di Carlo,
sig.ra Carmela Caccamo,
appare in sogno la figura di un ragazzo,
che la stessa però non ha mai conosciuto,
con il seguente messaggio da far recapitare:
“Sono il figlio di Elisa Andrizzi,
dì a mia madre che le sono sempre vicino
e quando suona il “campanellino”
le metto anche la mano sulla spalla”.
In realtà la madre ha sempre confessato,
con non poca ritrosia,
come nella chiesetta della Biviera,
alla quale Carlo come tutti sanno era molto legato,
durante le celebrazioni eucaristiche
in cui viene utilizzata la campanellina
di richiamo al rispetto del momento sacro,
ormai in disuso nelle altre chiese,
ha sempre avuto la sensazione,
quasi una profonda percezione,
che Carlo sia presente e particolarmente vicino.